Nel 2002 è tra i fondatori del Museo interattivo di archeologia informatica (MIAI) di Cosenza, di cui oggi è curatore. Oltre alle attività di conservazione ed esposizione dei reperti, il MIAI si specializza nel recupero dati da supporti obsoleti, grazie alla disponibilità di un vasto parco di periferiche d'epoca manutenute e funzionanti. La ricerca multidisciplinare del MIAI in questo campo combina contributi di elettronica, fisica, chimica, archivistica, informatica e scienze umane.